Contro Le Bestemmie: La Crociata Parte Dal Veneto
Non nominare il nome di Dio invano!
L’iniziativa del giornalista cattolico padovano Luciano Lincetto. Prima un pamphlet (“enciclica laica“) contro chi offende Dio, poi l’incoraggiamento di Papa e prelati e una lettera a prefetti e questori: «Sono previste multe, bisogna far rispettare la legge»
Crociata contro la Bestemmia
La crociata è partita, c’è anche un informale imprimatur del Papa. Non c’è la Terrasanta da liberare, “solo” il linguaggio da bonificare. Il nemico è la bestemmia, sempre più diffusa nel parlare comune. Un’imprecazione che è divenuta un intercalare, che passa quasi inosservato, e che lentamente è stata sdoganata e declassata anche dalla legge, da reato a semplice illecito amministrativo, punibile con un’ammenda. Luciano Lincetto, giornalista pubblicista di Cadoneghe (Padova), impegnato nella stampa cattolica, non ci sta più ha deciso di ribellarsi a questo malcostume.
«Basta stare zitti, dobbiamo avere il coraggio di farci sentire. Non parlo solo dei credenti. tutti dovremmo sentirci offesi per questo uso smodato della bestemmia. Bar, campi sportivi, ambienti di lavoro, scuola, ma persino patronati sono “inquinati” dalla blasfemia. Non ne faccio un ragionamento bigotto, è una questione di civiltà, educazione, rispetto degli altri. Un comportamento non degno dell’uomo pensante».
La Campagna e le iniziative in corso
La crociata contro la blasfemia è stata lanciata con la pubblicazione di un libretto dal titolo, un po’ pretenzioso, che non lascia dubbi: “Sia santificato il tuo nome. Enciclica di un Laico sulla bestemmia e la complicità del silenzio“, edito da A.E.P.C., casa editrice cattolica.
È una sorta di manifesto, che declama i principi su cui si fonda questa battaglia:
• il rispetto del prossimo,
• la libertà di culto,
• la libertà di pensiero,
• il dovere di non ledere il credo altrui.
«Ovviamente ognuno è libero di bestemmiare, ma farlo pubblicamente va a intaccare le libertà altrui, offende le sensibilità di chi crede, è altamente diseducativo.
Io chiedo di non offendere gli altri. Quanto agli insulti a Dio, se la vedranno al momento opportuno ma sulla terra dobbiamo rispettarci tra di noi. È una questione culturale, di educazione. Ma se nessuno ne parla, nessuno protesta il fenomeno si diffonde».
Le Azioni di Lincetto
Lineetta lancia un grido contro il silenzio della maggioranza che non bestemmia, però non protesta. Subisce. «Nemmeno i sacerdoti si ribellano. E neppure chi deve far rispettare la legge si muove. La bestemmia è perseguibile come illecito e sono previste multe per chi trasgredisce. Lo Stato ripianerebbe il bilancio se multasse tutti quelli che bestemmiano, ma non mi risulta che vengano elevate contravvenzioni. Nemmeno contro chi usa i social per scrivere o pronunciare impropri contro Dio.
Un Libro per supportare la campagna
11 libro è solo il primo passo della campagna di Lincetto. «Sto preparando una lettera che invierò, ai questori ai prefetti, ma anche ai vescovi agli operatori scolastici, per esortarli a fare il proprio dovere. Basta con questo silenzio. Mi si dirà che in Italia ci sono ben altri problemi. lo credo che anche il linguaggio e la tolleranza verso il turpiloqui e la blasfemia rappresentino un humus che può portare ad altre trasgressioni ben più gravi.
Pensate ai nostri giovani e alla facilità con cui molti bestemmiano e snocciolano parolacce. Questa non è emancipazione, semmai imbarbarimento. Lo sa che le prime parole che imparano gli stranierche arrivano in Italia, sono le parolacce e le bestemmie? E questo vale anche per i bambini. Ci sono piccoli che sanno appena parlare e già bestemmiano, perché questo hanno sentito in casa.
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