Convegno MARCOM
Chi? Quanti? Dove? Come?
«Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi militi ignoti della grande causa di Dio. Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze».
San Giovanni Paolo II – 3 ottobre 1998
«Nella cattedrale di Oradea Mare in Romania, il Cardinale Peter Erdö ha proclamato beato Szilárd Bogdánffy, vescovo e martire. Nel 1949, quando aveva 38 anni, egli fu consacrato vescovo in clandestinità e quindi arrestato dal regime comunista del suo paese, la Romania, con l’accusa di cospirazione. Dopo quattro anni di sofferenze e umiliazioni, morì in carcere».
Benedetto XVI – 31 ottobre 2010
«A Iaşi, in Romania, è stato proclamato Beato il Vescovo Anton Durcovici, martire della fede. Pastore zelante e coraggioso, fu perseguitato dal regime comunista rumeno e morì in carcere: morì di fame e sete, nel 1951. Insieme con i fedeli di Iaşi e di tutta la Romania, rendiamo grazie a Dio per questo esempio!»
Papa Francesco – 18 maggio 2014
Giorno dopo giorno prende sempre più corpo e sostanza il progetto di dare una memoria storica permanente ai Martiri Cristiani del Comunismo.
A Luciano Lincetto, infaticabile promotore, chiediamo quali siano state le leve che hanno sollecitato questa iniziativa.
Proprio perché stiamo vivendo questi tempi che considerano questo un mondo civile, ma poco civilizzato, che misura la storia in nanosecondi, lasciando dietro di sé una flebile traccia di memoria consumata dalla massa, mi sono chiesto, dove siano finiti i nostri Cristiani Martiri del Comunismo.
Un lavoro delicato dove testimonianze e cronache si confrontano per poi essere incise nelle pieghe della storia.
«Se il chicco di grano caduto a terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24) Ecco, queste parole di Cristo, ricordate dall’omelia di San Giovanni Paolo II nel corso della beatificazione del Cardinale croato Alojzije Stepinac, mi hanno fatto riflettere su tutte le vittime martiri dei regimi comunisti attivi in tutto il pianeta. Partendo proprio da quello che in Europa aveva imposto a tutti i Cristiani praticanti la propria Fede che ricordiamo vivo, capace di tale violenza e ferocia fino ad appena qualche decennio fa, mi sono convinto sull’urgenza di affrontare e analizzare questa fase storica.
Proprio da questo punto allora l’idea per un importante momento di riflessione?
Sì, l’idea di organizzare il «Convegno Internazionale Martiri Cristiani del Comunismo. Chi? Dove? Come? Quanti?» è stata sollecitata anche dal fatto che gran parte dei giovani e dei non più giovani, è all’oscuro di come nel secolo precedente – e parliamo di pochi anni orsono – era trattato chi professava la fede e diffondeva la Parola di Cristo alla luce del sole nei paesi dominati dal pensiero comunista: portare con sé una Bibbia era come trasportare droga!
Ma quando si terranno queste giornate di confronto?
Innanzitutto prima di stabilire e anticipare delle date è bene ricordare che la fase preliminare prevede la costituzione di un Comitato Internazionale che avrà lo scopo di valutare gli argomenti e proporrà i relatori che saranno da invitare, selezioneranno, inoltre, quei materiali che, con la segnalazione dei nomi dei Martiri giunti da tutto il mondo, concorreranno alla pubblicazione un Libro Bianco dei Martiri Cristiani del Comunismo.
Per affrontare un progetto di questa entità si presume necessaria la disponibilità di ingenti mezzi…
Certamente, questo è un Convegno che, sottolineo, sarà un convegno storico, non voluto da lobby o partiti. La nostra volontà per fugare ogni dubbio su strumentalizzazioni di sorta, è che lo sponsor sia proprio il popolo attraverso una raccolta di donazioni capillare, che nasce dal bisogno di fare chiarezza storica, e come ci ha raccomandato San Giovanni Paolo II, nel 1998: «Nel nostro secolo sono tornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi militi ignoti della grande causa di Dio. Per quanto è possibile, non devono andare perdute nella Chiesa, le loro testimonianze».
E come?
Ci affidiamo al classico «obolo della vedova» poiché non intendiamo concentrare sponsorizzazioni cospicue, che poi rischiano di diventare ingombranti fardelli, volendo andare oltre ogni tentazione, liberi dal prestare il fianco a ipotesi che potrebbero indicare un interesse personale o a provocare i benpensanti a svilire la genuinità del progetto stesso.
Avrai già tastato il polso della comunità ecclesiale, quale sensibilità hai riscontrato fino ad oggi dalla società civile e che tipo di risposta ti è giunta?
Dai Pastori della Chiesa che ho interpellato, vi è entusiasmo, anche se ho dovuto registrare alcuni silenzi. Mi sono reso conto che oggi la cultura dominante sembra riuscire ad imporre un silenzio su questa fase storica che grida vendetta ai milioni di Martiri dell’ideologia totalitaria. Ma mi ha confortato rimandare il mio pensiero a tutti coloro i quali hanno fondato Congregazioni, oppure semplicemente opere religiose o sociali rifacendosi alla dottrina cristiana partendo da San Francesco per arrivare alla Beata Teresa da Calcutta. Tutti hanno intrapreso qualcosa noncuranti delle critiche, perché erano certi del loro intento sociale, culturale o proprio per proselitismo… qui non c’è speculazione, non c’è spazio per motivazioni dominanti a carattere deviante.
Si tratta di farsi trasportare da grandi entusiasmi allora?
Vedi, è da molto tempo che non se ne parla e perciò il fatto di affrontare questo argomento trova ancora molta indifferenza e mi addolora, perché nuove generazioni non hanno occasione per parlarne. E se oggi la Chiesa e il Mondo occidentale si trova nella culla di una pace abbastanza diffusa con limitate aree di conflitto allargato in un periodo storico così esteso, si deve soprattutto a questi Martiri e alla loro azione di abnegazione della vita. Ecco perché con sofferenza ma con forza sento il dovere civico, morale e cristiano di insistere e sono certo che con la Loro protezione il progetto decollerà rendendo un servizio utile per la storia non solo della Chiesa, ma a favore dell’intera società.
Perciò è quanto mai opportuno consegnare alla storia una data a perenne memoria?
Specialmente quando penso a quanti fiumi di denaro, sono convogliati per cose futili e inutili giornate di studio di cui l’informazione ne da ampia cronaca, ormai quotidianamente senza rendere merito a un fatto storico realmente accaduto proprio sulla pelle degli uomini: ecco, questo mi sembra diabolico! Comunque in conclusione l’eco, che ancora fresca rimbalza nelle mie orecchie, mi sussurra: Non abbiate paura!