La Via – 16 Luglio 2013
Oggi parliamo di
Abbiamo ricevuto questo articolo anonimo, si tratta di una provocazione,
ma abbiamo pensato di proporvelo così come ci è pervenuto.
La Cartolina
Care Feste in famiglia o in parrocchia, in Italia si è discusso di abolire le feste patronali; i santi sono scomodi, meglio cancellarli. Già ci hanno cancellato la festa di San Giuseppe, dei Santi Pietro e Paolo, l’Ascensione e il Corpus Domini (non più al giovedì ma alla domenica successiva). Si vorrebbe sopprimere ora le feste del patrono del singolo paese onorando il lavoro, ammesso che ci sia. In compenso sono arrivate le feste degli ortaggi: Peperone, Bisi, Asparagi, Melone, Radicchio e Castagna o le feste dei fiori, del gelato, degli uccelli o dei cani… Ora sono a rischio le domeniche (“Aperto anche la domenica” si trova scritto ad ogni curva di strada, in barba ai genitori condannati a stare lontani dai figli anche alla domenica).
Con questa crisi di lavoro chi osa rifiutarsi di andare a lavorare di domenica? E così chi ci rimette è la famiglia. Quella vera, quella che ha figli, nonni da assistere, quella che ha relazioni e una religiosità. La.domenica è diventata un weekend, al lunedì si riparte senza che nulla sia cambiato: si cura al massimo la stanchezza, ma non la festa, la fede, la parentela. La festa cristiana non è solo riposo o tempo libero. Hanno scritto che gli ebrei hanno conservato la loro fede perché hanno difeso a denti stretti la loro festa del sabato, tanto che si dice che è il sabato che ha salvato l’identità ebraica.
Pochi si preoccupano di capire che cosa è la domenica per i cristiani. I santi sono finiti così nel dimenticatoio: S. Francesco è patrono d’Italia, ma non degli italiani. Peggio con Santa Caterina, San Benedetto o S. Antonio.
Solo le feste civili sono intoccabili, come se quelle cristiane non rivestissero anch’esse un ruolo decisivo e culturale nell’identità nazionale. Chiediamo ai tedeschi cosa è per loro il Venerdì Santo, la Pentecoste, il Corpus Domini, ad uno svizzero cosa è il giomo di San Pietro e Paolo, ad un americano quanto è importanle la festa del Ringraziamento. Le feste religiose sono il DNA dei nostri popoli e con le feste civili narrano ai figli le nostre radici. E non pare che Germania o USA soffrono di improduttività per troppe soste dal lavoro.
Ora arriveranno anche a sopprimere altre feste; la festa della mamma per non offendere un figlio adottato da una coppia tutta maschile o viceversa la festa del papà; la festa delle famiglie e degli anniversari per chi la famiglia non ce l’ha o lI’ha sfasciata o ne ha mezza; la festa di San-Valentino in rispetto a chi è single e la fidanzata se la sogna. Bisognerà sopprimere dal vocabolario i termini papà, mamma, fratello, fidanzata per sostituire tutto con amico, compagno, fratellastro, famiglia allargata; per non parlare della residenza che cambia: da lunedì a mercoledì residenza dalla mamma, girovedì e venerdì dai nonni, sabato e domenica dal papà. Addio catechismo, addio Messa domenicale e giochi coi coetanei di scuola. Anche la commemorazione dei defunti sarà a rischio per non creare disagio a chi non ha ancora avuto un lutto ed il crisantemo non sa a chi portarlo. Niente recite o regalini preparati nelle scuole per i genitori per non umiliare chi non li ha o ne ha troppi. Si inventeranno feste neutre, non più Natale o Pasqua, ma festa dell’inverrno o della primavera, non più festa dei Santi, ma Halloween, sopravanzerà la festa della bicicletta, del cane (che a Boston consola già più dei genitori), del papagallo o del criceto. Anche in Francia han approvato la famiglia gay e il suo diritto all’adozione, in rispetto al diritto degli adulti. A quando si riconoscerà il diritto ad un bambino di avere un padre e una madre, come natura comanda? “Scherzate coi fanti, ma non con i Santi” dicevano i nostri nonni.
Ora si dovrà dire “I fanti son tanti, scordiamoci dei Santi”. Alleluia!
P.S. Per intanto Rodotà ha formulato una nuova legge per obbligare tutti i medici impegnati nelle strutture pubbliche a rinunciare all’obiezione di coscienza per aiutare ad abortire sempre. Se è un valore la privacy, lo è di più la libertà di coscienza o di religione.
Un presidente d’Italia deve preoccuparsi di avere anche gli italiani.
Don Marco