Opera Beato Paolo VI
Sostegno spirituale ai missionari nella diffusione del Vangelo nel mondo
«… siate anche voi missionari, comprendendo ed aiutando la causa sovrana della diffusione del Vangelo nel mondo» – Paolo VI
Siamo portati a sostenere i nostri missionari con aiuti materiali, che sono molto importanti, forse però, ci dimentichiamo che è altrettanto doveroso sostenerli individualmente, rafforzando la loro presenza con sussidi e testi che aiutino a edificare lo spirito e mettere a disposizione delle copie del Vangelo sufficienti al fabbisogno della catechesi nelle loro missioni.
L’Opera Beato Paolo VI ha lo scopo di diffondere il Vangelo in tutto il mondo, mettendo a disposizione delle chiese locali emergenti, delle missionarie e dei missionari impegnati in quei territori, copie della Parola di Dio a seconda delle loro necessità e, naturalmente, tradotte nella lingua del luogo in cui svolgono la loro missione salvifica.
Attualmente l’unica possibilità che abbiamo per coprire le spese è rappresentata dalle donazioni di chiunque abbia a cuore il nostro progetto. Sarà poi nostra premura informare periodicamente tutti coloro che aderiscono, circa i luoghi e le copie di Vangelo, che insieme si è riusciti a spedire. In tempi così difficili, di grande confusione e di violenza sempre più brutale, la diffusione il Vangelo è la grande risposta per contribuire a trasformare l’uomo e aiutarlo a vivere costruendo una società mondiale più pacifica, sana mentalmente e quindi felice.
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LA CHIESA È MISSIONARIA
PROCLAMARE IL VANGELO: Il popolo di Dio è un popolo missionario.
Cristo avrebbe potuto chiedere al Padre suo, ed egli avrebbe messo a disposizione «più di dodici legioni di angeli» (Mt 26,53), per annunciare al mondo la sua redenzione. Invece, Cristo ha conferito questo compito e questo privilegio a noi; a noi, «gli infimi di tutti i santi», che siamo davvero indegni di essere chiamati apostoli. Di proposito, per annunciare la buona novella all’umanità, Egli non ha voluto servirsi di altra voce che della nostra. A noi, infatti, è stata data questa grazia «di evangelizzare ai pagani l’insondabile ricchezza del Cristo»
(Ef 3,8).
A noi, poi, spetta di proclamare il Vangelo in questo straordinario periodo della storia umana, un tempo davvero senza precedenti, in cui a vertici di progresso mai prima raggiunti, si associano abissi di perplessità e di disperazione anch’essi senza precedenti. Se mai ci fu un tempo in cui i cristiani, più che mai in passato, sono chiamati ad essere luce che illumina il mondo, città situata su un monte, sale che dà sapore alla vita degli uomini, questo, indubbiamente, è il nostro tempo. Noi, infatti, possediamo l’antidoto al pessimismo, agli oscuri presagi, allo scoraggiamento e alla paura, di cui soffre il nostro tempo.
Noi abbiamo la buona Novella! E ciascuno di noi, per il fatto stesso di essere cristiano, deve sentirsi spinto a diffondere questa buona Novella fino ai confini del mondo. «Non possiamo non parlare di ciò che abbiamo visto e udito» (At 4,20).
Nessun cristiano — sia egli Papa, vescovo, sacerdote, religioso o laico — può rinunciare alla sua responsabilità nei riguardi di questo dovere essenziale di cristiano. Ricorderete certamente l’insistenza con cui il recente concilio ecumenico ha inculcato questo punto:
«Ad ogni discepolo di Cristo (senza eccezione) incombe il dovere di spargere, per quanto gli è possibile, la fede». «Tutti i figli della Chiesa devono avere la viva coscienza della loro responsabilità di fronte al mondo… devono spendere le loro forze nell’opera di evangelizzazione»
(Ad gentes, 23 e 36). Paolo VI
«Di fronte ad una capacità d’ascolto deformata e talora indirizzata soltanto verso “le chiacchiere delle persone, ta tv, la radio”, i fedeli devono prendersi “un po’ di tempo per ascoltare la parola di Gesù, a casa abbiamo il Vangelo per nutrirci: è il pasto più forte per l’anima”».
Papa Francesco